
Ho ereditato da mia nonna una vecchia casa in mezzo alla foresta: volevo andarla a vedere, ma mia mamma me lo ha proibito… e poi ho scoperto il perché
Quando ero bambina, avevamo pochissimi contatti con la madre di mia madre. C’erano solo vaghi ricordi: un paio d’anni di interazione, e poi tutto è finito. Poi tutto si è fermato.
Non sapevo perché. Ero troppo piccola per capirlo e, più tardi, quando ho fatto delle domande a mia madre, lei mi ha semplicemente ignorato.

Col tempo, mi ci sono abituato e l’ho accettato. Ma di recente è arrivata la notizia: mia nonna era morta. Dire che mi sentivo triste o ferito non sarebbe stato vero: la ricordavo a malapena. Eppure una cosa mi ha sorpreso: mi aveva lasciato la sua casa in paese in eredità.
La curiosità superò l’indifferenza. Volevo almeno vedere la casa, capire com’era e magari venderla in seguito. Ma quando lo dissi a mia madre, improvvisamente si innervosì visibilmente:
— Non andare lì, ti prego.
— Perché, mamma? Cosa c’è lì?
— Non voglio che tu vada.
— Mamma, cosa nascondi?
— Niente…
— Stai mentendo! Perché non hai parlato con la nonna? Perché non mi dici niente?
— Non andare… o te ne pentirai amaramente. Non posso dire altro.
Le sue parole non fecero che accrescere la mia curiosità. Capii che dovevo andarci comunque. C’erano troppi segreti in quella famiglia.
Quando arrivai all’indirizzo indicato, la casa era in mezzo alla foresta. Una vecchia casa di mattoni con un portico consumato, dall’aspetto del tutto ordinario. Persino un po’ accogliente. Mi avvicinai, mi chinai: la chiave era sotto lo zerbino.

Lo infilai nella serratura, lo girai lentamente e aprii la porta. Entrai e rimasi paralizzato dall’orrore.
Ora ho capito perché mia madre aveva avuto così tanta paura di questo posto… Continua nel primo commento
Stavo guardando le stanze quando il mio sguardo si posò su una parete. Lì era appesa una vecchia fotografia incorniciata. Mi avvicinai e rimasi immobile. Nella foto c’erano mia madre, mio padre… io, molto piccolo, circa tre anni… e un altro bambino. Doveva avere circa dieci anni.
Rimasi immobile, fissando il suo viso. Chi era? Perché non l’avevo mai visto? Un brivido mi percorse il petto. Qualcosa non andava. Mi avevano mentito.
Con mani tremanti chiamai mia madre.
— Mamma… chi è questo ragazzo nella foto?
Dall’altro capo del telefono ci fu un lungo silenzio. Pensavo che non avrebbe risposto, quando all’improvviso la sentii singhiozzare.
— Non avresti dovuto vedere questo… — disse mia madre. — Avevi un fratello maggiore.
Rimasi immobile, incapace di credere alle mie orecchie.

— Un fratello?..
E alla fine mia madre disse la verità. Molti anni fa, andammo tutti insieme al villaggio della nonna. Io avevo tre anni e mio fratello dieci.
Stavamo giocando in giardino mentre la nonna preparava il pranzo. Mio fratello si è arrampicato su un albero… ha valutato male le sue forze, è caduto e si è rotto la spina dorsale così gravemente che non sono riusciti a salvarlo.
Da allora, mia madre non riuscì mai a perdonare la nonna, attribuendole la colpa di tutto. Si allontanò da lei per sempre e mi proibì di contattarla, temendo che i ricordi e le ombre del passato potessero ferirmi.
Ero in casa, con il telefono in mano, e davanti ai miei occhi il ragazzo della fotografia era ancora lì. Mio fratello, la cui esistenza avevo appena scoperto.
Để lại một phản hồi