
Il corriere notò una donna alla finestra che gridava qualcosa: rimase inorridito quando capì cosa stava realmente dicendo

Il corriere lavorava in quel quartiere da molto tempo. C’erano solo ville lussuose, prati ben curati e auto costose ai cancelli. Ma dietro tutto questo splendore si nascondeva una certa freddezza. I proprietari di casa lo salutavano raramente, spesso lo guardavano dall’alto in basso e gli parlavano come se fosse invisibile. Col tempo, si abituò: il suo lavoro era consegnare, non cercare amicizia.
Un giorno dovette consegnare un pacco alla casa all’angolo. Niente di insolito: una facciata alta, colonne, ampie finestre. Lasciò la scatola sulla porta, scattò una foto per il reportage e stava per tornare al suo camion. Ma poi notò del movimento al secondo piano.
Alla finestra c’era una donna sulla quarantina. Lo fissava dritto negli occhi. Il corriere alzò istintivamente la mano, pensando che lo stesse semplicemente salutando. Ma i suoi gesti non erano un saluto. Batteva i palmi delle mani contro il vetro, agitava disperatamente le braccia e gridava qualcosa mentre premeva il viso contro il finestrino.
Si bloccò, sentendo un brivido corrergli lungo la schiena. Le labbra della donna continuavano a ripetere la stessa cosa più e più volte. Non riusciva a leggere le labbra, ma capì immediatamente cosa stava cercando di dire. Continua nel primo commento

Due parole.
“Aiutami.”
Un attimo dopo fu strattonata all’indietro. Scomparve all’improvviso, come se qualcuno l’avesse afferrata e trascinata via.
Il corriere riusciva a malapena a respirare. Il cuore gli martellava nel petto, ma si riprese subito. Tutto faceva pensare che il marito fosse il responsabile. Decidendo di non agire avventatamente, tornò al suo veicolo e attese.
Dopo un po’, la porta della villa si aprì. Un uomo uscì, salì su un’auto di lusso e si allontanò. Poi il corriere si avvicinò di nuovo alla casa, questa volta con cautela, dal cortile sul retro.
Bussò alla porta sul retro, ma era chiusa a chiave. In basso, da una piccola finestra, apparve una figura: la stessa donna.
Raccolse tutto il suo coraggio, ruppe la serratura ed entrò. La donna cominciò a parlare velocemente e in modo incoerente.

Suo marito aveva rinforzato le serrature di tutte le porte. Aveva installato telecamere in ogni stanza. Le sbarre alle finestre erano state nascoste in modo da non essere viste dall’esterno. Alla donna e a sua figlia era proibito uscire. Per due anni avevano vissuto come prigioniere.
— «Pensa che lo abbandoneremo», disse, stringendo forte le dita. «Ed è per questo che ci tiene rinchiusi.»
La finestra da cui era comparsa era diventata la sua unica possibilità. Il marito aveva dimenticato di chiudere a chiave l’ufficio e lei si era presa il rischio. Per molti mesi aveva cercato di fare segnali ai passanti, ma tutti passavano oltre. Tranne una persona.
Il corriere tirò fuori il telefono e chiamò la polizia.
Quando tutto fu finito, la donna e sua figlia furono liberate. Il marito fu arrestato.
Để lại một phản hồi