
Sono entrato in un ascensore affollato e sullo schermo è apparso un avviso: “Sovrappeso”. Gli altri passeggeri mi hanno costretto a scendere, chiamandomi grasso, ma all’improvviso ho fatto qualcosa di completamente inaspettato.
Stamattina mi è successa una cosa molto spiacevole.
Ho dovuto salire fino al 15° piano del mio ufficio, dove l’ascensore era vecchio. Certo, percorrere quindici piani a piedi sarebbe stata una vera sfida per me. Onestamente, sono una ragazza curvy e, come spesso accade, a volte mi è difficile muovermi.

Entrai nell’ascensore: dentro c’erano già due uomini, una madre con il suo bambino e una donna sulla cinquantina. Le porte stavano per chiudersi, ma l’ascensore non si mosse. Sullo schermo apparve l’avviso: “Sovrappeso. Un passeggero deve uscire”.
Tutti si voltarono subito verso di me. Nessuno disse nulla apertamente, ma i loro sguardi dicevano tutto: “Sei grasso, vattene”.
— «Signora, potrebbe scendere? Abbiamo fretta», disse la donna più anziana.
— «Non sono una signora, ho solo diciannove anni», risposi.
— “Oh Dio, a quell’età lasciarsi andare così… Ragazza, fatti da parte, è colpa tua se sei sovrappeso.”
— «Ho fretta, non posso uscire», risposi con calma.
Poi si unirono gli uomini:
— “Non vedi che ti stiamo aspettando? Vattene subito!”
— “Prendi le scale, ti farà più bene.”

La mia pazienza è crollata. E poi ho fatto qualcosa che non mi sarei mai aspettato.
Racconto la mia storia nel primo commento. E tu, ti è mai capitato di trovarti di fronte a qualcosa del genere?
Sospirai e premetti il pulsante “apri porte”.
— “Va bene, scendo”, dissi, facendomi da parte.
Ma con sorpresa di tutti, l’ascensore non si mosse. Li guardai e iniziai a ridere:
— “Oh, capisco, ci devono essere altri grassi tra voi. Allora, chi uscirà ora? Forse tu, nonna?”
— «Non sono una nonna, ho solo quarantacinque anni», sbottò la donna.
— “Non direi. Sembri più vecchio. Forza, esci subito, con il tuo peso in più stai ostacolando tutti.”
La donna sbuffò e uscì dall’ascensore. Ma ancora una volta… niente. Le porte si chiusero e l’ascensore non si mosse.

A quel punto stavo ridendo a crepapelle, incapace di fermarmi. Uno a uno, iniziarono a scendere, pensando che fosse quella la causa. Ma l’ascensore continuava a non funzionare.
E solo più tardi ho scoperto che non ero affatto io. Il vecchio ascensore non funzionava più da molto tempo, e questa volta si rifiutava semplicemente di muoversi.
E io ero lì nel corridoio a ridere così forte che dovevano avergli fischiato le orecchie.
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